La partita finale un gran successo

Il valore del giornalismo d’inchiesta

Jannik Sinner è nella storia del tennis. Per più di un motivo: ha battuto Novak Djokovic per la terza volta negli ultimi quattro incontri ed è il primo italiano a raggiungere la finale degli Australian Open. L’azzurro ha battuto il serbo numero uno al mondo in quattro set (6-1, 6-2, 6-7, 6-3). Sinner adesso aspetta il vincitore della sfida tra Daniil Medvedev Aleksander Zverev.

 

Le palle di Natale


Jannik Sinner 
è nella storia del tennis. Per più di un motivo: ha battuto Novak Djokovic per la terza volta negli ultimi quattro incontri ed è il primo italiano a raggiungere la finale degli Australian Open. L’azzurro ha battuto il serbo numero uno al mondo in quattro set (6-1, 6-2, 6-7, 6-3). Sinner adesso aspetta il vincitore della sfida tra Daniil Medvedev Aleksander Zverev.

Jannik Sinner è nella storia del tennis. Per più di un motivo: ha battuto Novak Djokovic per la terza volta negli ultimi quattro incontri ed è il primo italiano a raggiungere la finale degli Australian Open. L’azzurro ha battuto il serbo numero uno al mondo in quattro set (6-1, 6-2, 6-7, 6-3). Sinner adesso aspetta il vincitore della sfida tra Daniil Medvedev Aleksander Zverev.

Diventa legge la norma-bavaglio che vuole impedire ai giornalisti di pubblicare il testo delle ordinanze di custodia cautelare. Il Senato ha approvato l’articolo 4 della legge di delegazione europea, in cui, durante il passaggio alla Camera, il deputato di Azione Enrico Costa ha fatto inserire un emendamento che delega il governo a riformare il codice di procedura penale stabilendo il divieto di “pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare fino al termine dell’udienza preliminare”, o fino alla fine delle indagini dove questa non è prevista.

 

Al momento, invece – quantomeno dopo la riforma Orlando del 2017 – le ordinanze sono pubblicabili senza limiti. La previsione è stata contestata attraverso sit-in e manifestazioni dalle sigle di rappresentanza dei giornalisti, che la considerano un vulnus al diritto dei cittadini di essere informati. I favorevoli in Aula sono stati 96, i contrari 56: il voto segreto chiesto dal Movimento 5 stelle è stato dichiarato inammissibile.

Bocciati tutti gli emendamenti soppressivi presentati dalle opposizioni. Se il governo eserciterà la delega, dunque, rimarrà consentito solo pubblicare il contenuto dell’atto, senza poterlo citare tra virgolette. “La forza persuasiva di un documento dell’autorità giudiziaria è incomparabilmente superiore alla sintesi cui saranno costretti i giornalisti, che inevitabilmente saranno soggettive. Sappiamo bene che quando sarà arrestato un potente certi giornali vicini a questa maggioranza faranno un resoconto gravemente edulcorato. Dite la verità: avete paura delle notizie che escono dalle indagini penali, quelle che mettono in luce come funziona la macchina del potere e questo vi fa perdere consenso”, ha detto in Aula il senatore M5s Roberto Scarpinato.